“Baghetta” o “bagolina” è il bastone da passeggio usato per sorreggersi. Questi bastoni erano fabbricati col legno del “bagolaro” (Celtis australis), detto anche “spaccasassi”, un grande albero spontaneo buono per essere lavorato al tornio.
Etimo: dal latino bacula, suo frutto nerastro di cui van ghiotte le lucertole. C’è chi però sostiene derivi da “baga” (chiacchiera), donde “bagolare” (oziare spassandosela); chi poi da “bagolo” nel senso di bagordo (i.e. giostra d’armi); chi infine sanziona, dandoci altri brividi: “ricamo later. delle calze, che sale dalla caviglia lungo il polpaccio” (diz. Hoepli).
Insomma, in tanti cercano un mistero chiamato “baghetta”, e ognuno lo trova dove più gli aggrada. Nel caso nostro è tutte queste cose insieme, ma in primis un bastone – non della vecchiaia, dello spirito. Dove c’è poesia c’è Baghetta.
Ma cos’è il Baghetta? Un premio di poesia giunto alla sua settima edizione che, forte dei successi passati (per i suoi forni son passate quattro terne di finalisti: Valentino Ronchi, Roberto Amato, Patrizia Cavalli; Chandra Livia Candiani, Elisa Biagini, Vivian Lamarque; Roberto Piumini, Francesco Tomada, Roberta Dapunt; Fabio Franzin, Giampiero Neri, Stefano Raimondi), dopo un biennio di impietose bocciature si ripropone a Milano, nell’austera cornice del Festival della Letteratura.
Il baghetta arriva a mezzanotte e con lui la prima poesia
‘le ville dai pinnacoli grigi sul lungolago
dicono zelo, sussurrano soldi.
Rasenti la riva i cigni feroci disdegnano
le umili flottiglie delle anatre in fila.
Il treno si ferma.
La sua voce al telefono è remota
e a tratti indecifrabile o muta.
SORTIE dice un cartello.
Non è una stazione. O forse
– sibila da dietro qualcuno –
invece si: l’ultima.
Enrico Testa, Ablativo, Einaudi, 2012
registrato?
le silenzio in questo luogo, la quiete prima della tempesta?
‘Tu medita cosa significhi ‘essere buoni’,
questa parola semplice che è sulla bocca dei bambini,
pensaci anche tutta la vita
non avrai perso tempo’
Claudio Damiani, Il fico sulla fortezza, Fazi editore, 2012
‘Fai un lavoro duro, cassiera di un discount,
ma sei allegra, scherzi con tutti,
velocissima conteggi i prezzi,
nella tua mente passano mille numeri,
e scherzi, poi prendi le cose
e le metti nelle buste, fai cose
che potresti anche non fare, è squallido
dove lavori, ma tu non te ne curi,
sei semplice, forse ignorante,
una ragazza di campagna
nemmeno bella, piccolina,
ma da te imparo non sai quanto’
Claudio Damiani, Il fico sulla fortezza
Dieci giorni che sconvolsero il mondo
1.
Ti penso come lo potrebbe fare il vento,
con rabbia, foglie in cielo, accanimento.
2.
Prima separammo i corpi
poi le case.
Ancora,
un cuore solo ci accompagna.
nel suo rintocco solitario
la Francia, il tuo maglione, il mare.
3.
Come conchiglia abbarbicata e sola
sul torace del tuo scoglio mi addormento.
Resisto ai flutti della mia impazienza
sentendo che il tuo cuore batte lento.
Vittorio Lingiardi, La confusione è precisa in amore, Gransasso nottetempo, 2012
sono poesie o lingierie ?
poesie in offerta: paghi uno al posto die due
‘I narcisi s’interrogano l’un l’altro
assottigliandosi sempre di più.
Chiedono di te
delle tue mani
della tua figura incerta.
Nessuno li raccoglie.
Sfioriscono sullo stelo.
Alle spalle la montagna deserta
e, azzurro e vuoto,
il cielo di gennaio.’
Enrico Testa